News

COPETTI ANTIQUARI con Dino Basaldella e “Composizione” per SCULPTURA 2023!

Dino Basaldella è una grande figura d’artista ancora poco nota al grande pubblico che insieme ai fratelli minori Afro e Mirko, ha esordito giovanissimo nel contesto culturale friulano per poi affermarsi in tutto il contesto nazionale a partire dagli anni ’20 del Novecento.
Vastissima la sua produzione orafa, uno degli aspetti più singolari e fondanti della sua multiforme e pluridecennale attività artistica fondata sulla ricerca intorno alle arti plastiche.

La storia dei tre Basaldella, Mirko Dino e Afro è davvero degna di nota. Ne estrapoliamo una parte dal sito del grande storico dell’arte FABRIZIO D’AMICO (fabriziodamico.it), grande studioso e penna da Oscar:
“Il 1944 Afro è a Venezia, ove è probabile che veda sovente Dino, che insegna adesso presso il liceo artistico ed è assai coinvolto nella Resistenza; assieme, i due fratelli espongono tra l’altro in una mostra ad Udine, in maggio). Mirko è invece a Roma, dove è sorpreso da Marcello Venturoli (quello stesso maggio) in uno studio lindo e ordinato che stupisce il suo visitatore. Venturoli ne esce frastornato al punto da offrire una testimonianza sulle attuali movenze dello scultore assai confusa, e dalla quale si evince appena un suo sospetto dichiarato contro la funzione della “luce” (e l’atmosfera?) in scultura (un sospetto dunque nei confronti di una tradizione post-impressionista che si riconosceva allora interpretata parimenti da Rodin e da Rosso, e sulla quale egli non contava per un rinnovamento ‘oltre Martini’ che riteneva, anch’egli come molti altri, necessario per la vicenda plastica italiana); e una nuova attenzione di Mirko per la spazialità non naturalistica entro la quale dar figura al proprio lavoro.
È che non sembra essere, questo, il tempo giusto per il lavoro lungo della scultura, come Mirko scrive quei giorni stessi a Udine, alla famiglia di Dino: “anche la questione pratica non è cosa facile da superare […] non ho avuto il tempo materiale per riprendere il mio lavoro né lo spirito adatto”. Così, Dino e Mirko, analogamente, vivono un momento di rare opere, accompagnato però da una mai sospesa attività grafica, e certo da una concentrata elaborazione di pensieri e propositi nuovi. Carte, appunto – disegni a matita e probabilmente monotipi ad olio: una tecnica che i tre fratelli elaborano adesso, e che si trasmettono certo l’un l’altro: seppur, in ciascuno, con esiti formali diversissimi – espone Dino ad Udine nel maggio ’44; in esse, o in altre affini di quel giro di mesi, è evidente la tensione verso un’essenzialità del segno povero, a tratti aspro. Dimentico dell’ambiente, e talvolta in sorprendente sintonia con la plastica picassiana (un Nudo femminile, ad esempio, databile a quell’anno), esso designa figure senza orgoglio, spesso ripiegate su sé stesse come a difesa. Fra esse, un Ragazzo che dorme, che passerà quei giorni stessi dalla carta al bronzo: una delle poche sculture recenti che Dino può esporre ad Udine. Una figuretta timida e raccolta, chiusa in sé, macerata quasi dall’aria che la assilla: con poche sintonie in Italia, se non si riconosca in essa una tangenza non so quanto probabile con il sentire portato a Milano e a “Corrente” da Sassu, che vi mutua le esperienze condotte accanto a Fontana, a Tullio Mazzotti e al giovane Agenore Fabbri ad Albisola”.

Per ulteriori approfondimenti fabriziodamico.it


Dino Basaldella

(Udine, 1909 – 1987)
Composizione
1971
bronzo, cm 40 x 76 x 30
Provenienza: Eredi Dino Basaldella