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Giambattista Tiepolo, grande Artista Rococò in DYS44 Lampronti Gallery

Il dipinto Cesare contempla la testa di Pompeo di Giambattista Tiepolo che DYS44 Lampronti Gallery presenterà a Modenantiquaria 2023 costituisce il modello per uno dei quattro quadri commissionati al pittore dal conte Francesco Algarotti per conto del re di Poloniaed elettore di Sassonia, Augusto III, e quindi destinati alle raccolte reali di Dresda.
L’opera alla quale fa riferimento la presente tela è andata perduta, mentre le altre tre della serie sono ancora esistenti. Si tratta del Banchetto di Antonio e Cleopatra di Melbourne, del Trionfo di Flora di San Francisco e del Mecenate che presenta le Arti ad Augusto di Leningrado.

Attraverso la lettura della ricca corrispondenza intrattenuta dal 1743 fino al 1747 tra l’Algarotti e il conte Brühl, primo ministro del re, sono pervenute molte notizie sul gruppo di dipinti (PreceruttiGarberi, p. 111).
Nel 1743 l’Algarotti ritorna a Venezia da Dresda con l’incarico di trovare quadri adatti ad arricchire le collezioni reali. Tra gli artisti ancora in vita scelse di commissionarli ai cinque massimi esponenti della pittura veneziana: Piazzetta, Pittoni, Tiepolo, Amigoni e Zuccarelli. Ai primi tre diede l’incarico di eseguire quadri di storia, mentre all’ultimo commissionò dei paesaggi.
Dalla lettera scritta dall’Algarotti al Brühl il 9 agosto 1743 sappiamo che, inizialmente, il tema scelto per il quadro perduto del Tiepolo era Timoteo, ovvero gli effetti della Musica, successivamente cambiato con Cesare contempla la testa di Pompeo. Nella lettera si decidevano anche le misure di tutte le opere (cm 135×185) e della figura del loro protagonista (cm 68).

Secondo quanto riferisce l’Algarotti (Gemin-Pedrocco, p. 362, n. 299), Tiepolo doveva ambientare il racconto in una piazza di Alessandria d’Egitto, questo spiega perché nel bozzetto, sullo sfondo della composizione, sono dipinti degli edifici di ricordo classico e un obelisco o una piramide. Per rendere più veritiera la storia, Tiepolo inserisce, inoltre, alcuni personaggi vestiti all’orientale con le tipiche calzature a punta, i caratteristici copricapo a turbante o con la visiera ripiegata sulla fronte. Si tratta di una delle prime apparizioni di figure esotiche nei dipinti del Tiepolo, destinate a divenire di lì a poco una sigla pittorica per l’artista. Cesare, circondato dai suoi soldati, abbigliati in armature romane e recanti i vessilli della guerra, si ritrae quasi inorridito alla vista della testa del rivale Pompeo.

Mercedes Precerutti Garberi nota come lo stile del dipinto, d’impronta veronesiana, sia in linea con l’attività del Tiepolo risalente a quegli anni (p. 115). In effetti, il tipo del cavallo bianco appare anche negli affreschi di Villa Cordellina, nell’Incoronazione di spine di Amburgo e nella Caduta della Manna di Verolanuova.
Altre consonanze di modello si osservano tra la figura di Alessandro, sempre alla Cordellina, e quella di Cesare.

GIAMBATTISTA TIEPOLO
(Venezia, 1696 – Madrid, 1770)

Cesare contempla la testa di Pompeo (1743)
Olio su tela, cm 53,8×72,6

PROVENIENZA
Modena, collezione L. Giusti, fino al 1914;
Firenze, Galleria Geri, 18 maggio 1914, lotto 176;
Spagna, collezione privata