


Il Tempio di Vesta è uno dei più antichi ed importanti santuari di Roma: ospitava il “fuoco sacro”, simbolo della comunità e dello Stato ed era strettamente connesso con la CASA DELLE VESTALI.
Chi erano le Vestali….pure e superbe nella loro immensa bellezza?
«Anzitutto erano chiamate vestali perché erano le sacerdotesse di Vesta, dea meno conosciuta di Giove, Minerva o Nettuno, ma che secondo il mito era loro sorella, figlia di Crono e di Rea», spiega Manzo. «La particolarità di Vesta è che veniva identificata proprio con il fuoco sacro». La cosa interessante, con buona pace degli dei dell’Olimpo, è che il fuoco sacro era il culto più intimo dei Romani, forse di origine locale. «Era il principio della vita e del creato, un elemento solare. Una volta spento per incuria o poca devozione, sarebbe finita la civiltà romana. Questo credevano le autorità, a prescindere dalle avvincenti storie su divinità dalle sembianze umani da divulgare al popolo», continua lo studioso. L’élite aveva insomma un principio animista come fondamento della religione dello Stato: il fuoco inteso come energia vitale primaria. Per custodirlo al meglio, Numa Pompilio (754- 673 a.C.), il secondo re di Roma, istituì l’ordine delle vestali, composto da 4 vergini. Negli scritti degli autori latini consultati da Frigerio, il mito di fondazione elaborato da Numa faceva risalire la prima vestale a Rea Silvia, madre di Romolo e Remo. Servio Tullio, secondo Plutarco (o Tarquinio Prisco, per Dionisio di Alicarnasso), portò poi a 6 il numero delle sacerdotesse di Vesta.
Ippolito Caffi è un’importante e significativa figura di artista e patriota veneto dell’Ottocento. Nato a Belluno il 26 ottobre 1809, morì nella battaglia di Lissa il 20 luglio del 1866.
Egli fu anzitutto un vedutista, erede della grande scuola dei vedutisti veneziani del ‘700. Il suo punto di riferimento sicuro fu dunque Canaletto.
Il cosiddetto ‘tempio di Vesta’ a Roma:
Acquerello a seppia su carta, mm 230 x 315.
Firmato e inscritto in basso a destra ‘Tempio di Vesta a Roma’.
Sul verso ‘Studio di prospettive con lettere’.
L’acquerello raffigura il famoso tempio di Ercole conosciuto quale ‘Tempio di Vesta’ con sulla sinistra la fontana dei Tritoni del Bizzaccheri.