Quant’è bella giovinezza,
che si fugge tuttavia!
chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Quest’è Bacco e Arianna,
belli, e l’un dell’altro ardenti:
perché ’l tempo fugge e inganna,
sempre insieme stan contenti.
Queste ninfe ed altre genti
sono allegre tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.
Questi lieti satiretti,
delle ninfe innamorati,
per caverne e per boschetti
han lor posto cento agguati;
or da Bacco riscaldati
ballon, salton tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia
di doman non c’è certezza.
L’edonismo, il naturalismo, la caducità della vita umana (carpe diem), l’esaltazione della bellezza e giovinezza, dei piaceri della vita terrena quali il vino e l’amore, inteso come gioia, allegria, spensieratezza sono rappresentati da personaggi propri della mitologia classica inseriti come protagonisti in quest’opera.
Bacco e Arianna appaiono allegri e felici, festanti, fortemente innamorati l’uno dell’altro, rappresentano la massima espressione dell’amore giovanile allegro, gioioso, incurante del tempo ingannatore e fuggente. Le ninfe, creature piene di grazia e leggerezza sono ben contente di subire gli agguati amorosi che tendono loro i satiretti, figure mitologiche per metà uomo e metà caprino. Esse, così come anche Arianna, rappresentano l’amore, la grazia associata alla bellezza e alla giovinezza.
Bacco, essendo il Dio del vino nella mitologia greca, rappresenta quindi, oltre all’amore, anche il pieno godimento dei piaceri terreni, quali feste, vino, gioia, balli. I satiretti rappresentano gli impulsi sessuali e naturali.
Tutti questi personaggi rispecchiano la concezione dell’amore propria di Lorenzo il Magnifico, secondo il quale solo le persone rozze, volgari e senza grazia sono insensibili al richiamo di questo sentimento, inteso come valore virtuoso meritevole solo delle persone d’animo gentile.
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BERNARDINO GENTILE IL GIOVANE
Trionfo di Bacco e Arianna
Piatto in maiolica policroma di Castelli d’Abruzzo, 33 cm
Metà del sec. XVIII