

Venezia è una città di rara bellezza e con un fascino intramontabile. La sua magia è ancora più forte se a catturarla è l’abile mano di Cagnaccio di San Pietro, pseudonimo di Natalino Bentivoglio Scarpa ed artista altrettanto affascinante sia per la biografia sia per la personalissima ricerca di stile.
Nato a Desenzano del Garda alle porte del ‘900, ha vissuto nel periodo più caldo del secolo breve, abbracciandolo e combattendolo sia da un punto di vista storico, sia per quanto riguarda il fervore delle avanguardie artistiche.
Giovane ribelle, si è infatti avvicinato dapprima al futurismo, allontanandosene però dopo breve tempo e rivendicando al contrario un “ritorno all’ordine” ed alle formule figurative tradizionali.
Anche a livello politico, è uno dei pochi a rifiutare da principio la tessera del partito fascista ed addirittura a partecipare attivamente alla Seconda Guerra Mondiale dando rifugio a partigiani e ad antifascisti ricercati.
Dopo il breve periodo futurista, la sua ricerca artistica si è spostata verso uno stile più realistico, accostandosi al Realismo Magico, alla Nuova Oggettività, ed al Novecento (al quale però non aderisce mai).
Da tutte queste correnti trae un personalissimo stile che si potrebbe quasi definire un corrispettivo lagunare della Nuova Oggettività, di cui la sua amata Venezia è spesso la protagonista.
“Venezia, Caffè Bergamini, 1935” portato a Modenantiquaria 2023 da Studiolo Fine Art e presentato qui in anteprima, è uno splendido riassunto di un artista tormentato e controverso che ha tuttavia ritrovato la magia dell’ordine e la pace nella sua intima ricerca di stile.
CAGNACCIO DI SAN PIETRO
Venezia, Caffè Bergamini, 1935
Olio su tavola cm 21×28,5
Firmato e datato in basso a destra “VII-1935/Cagnaccio/di S.Pietro”