VERDINI ANTICHITÀ

PAD. Modenantiquaria - Galleria Il Guercino 1

DOMENICO MORELLI

(Napoli 1826 – 1901)
Cesare Borgia a Capua
Olio su tela, cm 130 x 183

Firmato in basso a sinistra: “Morelli 1853”

Cornice in legno intagliato e dorato con inciso in basso sul lato destro: “A. CHELONI. FIRENZE 1885”

Bibliografia:
Martorelli 2005, tav. 27, pag 76.

Esposizioni:
Domenico Morelli e il suo Tempo, 1823-1901 dal romanticismo al simbolismo, Napoli, Castel Sant’Elmo, 29 Ottobre 2005- 29 Gennaio 2006

Il quadro era stato richiesto, forse per il tramite di Pasquale Villari, da Ettore Giulio Marstaller, personaggio di rilievo del colto ambiente imprenditoriale napoletano di metà Ottocento, di cui si conosce pochissimo. Ma per incomprensioni e dissapori con Marstaller il dipinto non venne mai consegnato e alla fine fu acquistato, nel giugno 1854, dal conte Tasca di Palermo.
Un bozzetto del dipinto Cesare Borgia (olio su tela, cm 25 x 35) si trovava fino al 1939, nella collezione del cavaliere Odoardo Casella a Napoli, esposto alla mostra della Società Amatori e Cultori del 1903 e alla Prima Biennale Romana del 1921; mentre disegni preparatori dell’opera si conservano presso la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, l’Istituto Nazionale per la Grafica e la Galleria d’Arte Moderna di Torino. Il cartone del quadro, recentemente restaurato, fa parte del Fondo Morelli della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.

GUÉRIDON con Allegoria della Giustizia da originale di Raffaello

Mosaicista romano

Piano circolare in micromosaico su lavagna

Cornice a due ordini in bronzo dorato, fregi a meandro e a palmette
Diametro cm 62
Seconda metà XVIII secolo
Provenienza: Collezione Versace

La raffigurazione sviluppa un programma iconografico teso ad esaltare la Giustizia e le Leggi che regolano l’ordine sociale.
Il tema è sviluppato con linguaggio altamente simbolico.
Al centro del piano appare la Giustizia, in veste di Virtù cardinale; spicca da un clipeo con sfondo che sfuma dal verde chiaro al bruno e cinto da una cornice circolare a cuori e palmette. La figura, seduta su una nube, ha sembianze di donna giovane con abito ampiamente panneggiato ma a seno scoperto, la testa cinta da diadema; ad identificarla concorrono gli attributi della bilancia, da cui si innalza una fiamma, e dello struzzo. Il modello pittorico da cui deriva è l’Allegoria della Giustizia dipinta da Raffaello poco prima di morire (1520) nell’appartamento di Giulio II in Vaticano, nella Stanza di Costantino.

Nella fascia mediana la decorazione assume un carattere decorativo ma denso di contenuti.

Un tralcio di acanto con foglie chiuse a bocciolo ed eleganti infiorescenze, forma una sinuosa ghirlanda ornata da soggetti che riconducono all’arte della Giurisprudenza. Cartigli in marmo giallo antico identificano la Fortezza, la Prudenza, la Temperanza (Virtù cardinali che agiscono in armonia con la Giustizia), e i busti ritratto di tre grandi legislatori, Mosè, Licurgo, Giustiniano, composti con tessere dorate. A questi motivi principali se ne alternano sei minori, rappresentati da piccoli animali che per il posto che occupano nel contesto possono essere così interpretati: gallo (vigilanza), gufo (chiaroveggenza), delfino (velocità), tartaruga (perseveranza), cane (fedeltà), scoiattolo (saggezza).

Gli attributi con cui è presentata l’allegoria della Giustizia sono menzionati nella Iconologia di Cesare Ripa che tuttavia offre del soggetto un aspetto in parte diverso. Lo scrittore descrive una donna che tiene nella sinistra una fiamma di fuoco e con a fianco uno struzzo, aggiungendo che questa è quella sorte di giustizia che esercitano ne’ Tribunali i Giudici e gli esecutori secolari.

CONSOLLE

Importante ed elegante consolle in legno dorato e intagliato con piano in marmo lumachella Italia (Genova).
Periodo Luigi XVI.
Dimensioni: 155 x 90 x 100 cm

GALLERIA

Goffredo Verdini, grande cultore di pregiati arredi d’epoca, comincia nei primi anni ’50 a commerciare nel settore dell’antiquariato, facendosi strada nel panorama internazionale.

Nel 1956 apre a Roma la prima galleria, coinvolgendo ben presto anche il figlio Costantino che grazie al suo intuito e all’esperienza maturata al fianco del padre, dal 1965 gestisce individualmente l’impresa ampliando le aree di competenza ad un concetto di antiquariato più vasto e consolidando i rapporti con un ampio numero di clienti.

Grazie al coinvolgimento dei figli Alessandro, Stefano e Andrea ed una passione che si tramanda da tre generazioni, si sta riaffermando ancor di più la presenza dell’azienda sul piano internazionale.
Con un’esperienza ultra cinquantennale nel commercio di micromosaici italiani e mobili antichi di prestigio, l’interesse della famiglia Verdini si estende ai dipinti di epoca moderna, alla scultura e agli oggetti di arredo.

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