Girolamo Marchesi (Cotignola, 1471 – Roma, 1550) è un pittore italiano del Rinascimento, con personalità rilevante nel panorama bolognese entro il terzo e quarto decennio del Cinquecento, connotata dalla progressiva adesione alle novità raffaellesche.
Nato a Cotignola, da cui il suo soprannome di Girolamo da Cotignola, paese di origine degli Sforza, il Marchesi fu garzone di bottega degli Zaganelli, in particolare di Bernardino da cui trapelano richiami alla pittura bolognese, ferrarese e veneta e si evidenziano palesi ripetizioni di quegli eleganti schemi perugineschi tanto cari al suo maestro.
È invece da Francesco che acquisisce il timbro nordico che caratterizza la sua vena anticlassica, per poi decidere di camminare da solo, maturando una sorprendente svolta stilistica sulla scia del grande Raffaello.
La sua pittura passa dallo stile tardo quattrocentesco, praticato fino al limite del 1520, a quello cinquecentesco, caratterizzato dall’imitazione di Raffaello e dei suoi seguaci.
Si recò a Napoli dove ebbe l’aiuto del commerciante fiorentino Cambi Tommaso. Secondo Giorgio Vasari, sposò in quella città una donna di malaffare.
Il Capolavoro di Girolamo Marchesi narra di una storia senza tempo, quella di Ulisse e la sua amata Penelope.
Ulisse o Odisseo, Re di Itaca, figlio di Laerte, è uno degli eroi achei descritti da Omero nell’Iliade e nell’Odissea.
Uomo di grande astuzia e intelligenza, è frequentemente in contrasto con gli dèi (come Poseidone la cui ira fu la causa di molte delle sue peripezie).
Odisseo, dopo 10 anni passati in guerra a Troia, vorrebbe ritornare dalla moglie e dal figlio a Itaca ma l’odio di Poseidone glielo impedisce. 10 anni di peripezie per poi riuscire a tornare a casa con l’aiuto della dea Atena. Dalle Sirene al Ciclope Polifemo e a Circe che trasformava gli uomini in maiali, Ulisse ne passò davvero di tutti i colori prima di poter rientrare a casa.
Quando arrivò finalmente a Itaca con l’aiuto di Atena, si fece ospitare da Eumeo, che lo pensò un mendicante. Dopo essersi rivelato al figlio Telemaco, si recò alla Reggia riuscendo a farsi accogliere. Qui, schernito dai PROCI, pretendenti di Penelope, Odisseo partecipò alla gara di arco organizzata dalla moglie, che aveva promesso di consegnarsi in sposa a colui che sarebbe riuscito a scoccare una freccia dall’arco del marito, facendola passare per le fessure di dodici scuri allineate. Nessuno dei pretendenti riuscì a tendere l’arco. Solo Ulisse vi riuscì ed eliminò i Proci ad uno ad uno per poi riabbracciare la tanto amata Penelope!
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GIROLAMO MARCHESI
(Cotignola, 1480 circa – Roma, post 1531)
Il ritorno di Ulisse da Penelope
olio su tavola di conifera, 58 x 53,4 cm